Ben contenti…delle critiche.
A seguito della nostra ultima news sul congresso del Sindacato Nazionale Agenti, ci giungono un paio di mail (di numero) piuttosto critiche. Vi sembrerà strano, ma non avete idea di quanto ci possano far piacere, visto che questa categoria sembra essere caratterizzata dalla sindrome del “terrore da opinione”.
Nella prima mail, il nostro articolo sarebbe stato “commissionato” (!?) e considerato “non costruttivo” ma pregno di “tristezza rivendicativa” (!?).
La seconda mail (cui è seguito un cordialissimo scambio di opinioni) in sintesi si sostiene che: «la mancata firma di quell’articolo equivale ad un “gettare la pietra e nascondere la mano” e chi dissente da queste posizioni, lo fa principalmente per motivi ideologici o per personale antipatia nei confronti dell’attuale dirigenza SNA. Tuttavia, sino a quando saranno i metodi democratici a sovrintendere alla scelta dei dirigenti, i pochi contestatori dovranno rassegnarsi».
Abbiamo risposto privatamente ad entrambi gli agenti le cui critiche, per quanto ci riguarda, non sono affatto condivisibili ma assolutamente rispettabili.
Se qualcuno stava già pensando che l’introduzione di questo articolo potesse essere il pretesto per fare di “tutta l’erba un fascio”, rimarrà deluso perché non ha capito molto del nostro spessore. Anzi, con queste due mail, per onestà intellettuale, dobbiamo ammettere che nell’articolo in questione, quando abbiamo parlato di “seguaci” ed “adepti” dello SNA, ci siamo clamorosamente sbagliati.
Che ci crediate o meno, sono stati molti i messaggi e le mail di apprezzamento, anche di iscritti SNA ma, pensate un po’, preferiamo riportare le mail critiche perchè occorre sempre opinare, chiedere spiegazioni, capire e proporre.
Non demandate e non applaudite mai nessuno a priori, chiunque esso sia. Einaudi diceva: “Non le discussioni e le critiche devono impaurire, ma la concordia ignava e l’unanimità di consensi”.
L’accesso alla news riguardante il congresso SNA ci viene al momento quantificata da google analytics in quasi settemila unità, vale a dire una percentuale importantissima di agenti e quindi anche di iscritti allo SNA.
E’ plausibile quindi che l’intera categoria degli agenti di assicurazione abbia ben compreso il senso, anche provocatorio, di quell’articolo constativo del congresso dello SNA e, soprattutto, di quanto da noi rappresentato in merito ad una più concreta azione di lotta.
Se lo SNA è periodicamente soggetto alle nostre “attenzioni critiche” è solo perché potrebbe potenzialmente rappresentare un vero e proprio argine allo strapotere ed arroganza delle controparti, ne siamo convinti e lo abbiamo scritto più volte.
Ma non così, non con queste modalità.
Non abbiamo nessun preconcetto ideologico e tantomeno “antipatie personali”, d’altronde non ce ne sarebbe alcun motivo, ma una cosa la dobbiamo dire: se la base degli iscritti SNA intende votare all’infinito un Esecutivo Nazionale che a nostro modesto avviso si è caratterizzato fino ad adesso per operazioni sterili e/o ordinarie come l’acquisto di immobili, congressi, tour identitari, congressi di medio periodo, riunioni, eventi on line, riunioni con i GAA, interviste e riviste autoreferenziali, etc. etc. sono liberissimi di farlo.
Per carità, non mancano le attenuanti, sappiamo bene che non è un compito facile, ma se il massimo dell’audacia dello SNA è rappresentato da ricorsi al TAR di “carattere difensivo” contro le stravaganze dell’IVASS, occorre porsi delle domande sulla efficacia dell’azione sindacale soprattutto a fronte della conclamata sofferenza della categoria. La frase più ricorrente degli agenti SNA “dove saremmo oggi se non ci fosse Demozzi?”, rappresenta la sintesi dell’arrendevolezza, l’emblema della sudditanza. Si punta al meno peggio come massima aspirazione, insomma.
Se il trend delle agenzie chiuse, dimissionarie, accorpate e/o declassate che si registra negli ultimi dieci anni di questa gestione SNA, dovesse essere confermato per gli anni a venire, tutto ciò significherebbe per noi solo incarichi professionali.
Forse non è ben chiaro, ma l’inefficienza di un qualsivoglia Sindacato è inversamente proporzionale alla nostra mole di lavoro. Tuttavia sperare che una categoria continui ad essere massacrata per acquisire incarichi professionali non è moralmente e deontologicamente corretto.
Per qualche privilegiato professionista “incassatore seriale di parcelle” procacciate, probabilmente sì.
Per noi, assolutamente no.