Quando l’Avvocato è Malandrino…
L’anno scorso abbiamo assistito due giovanissimi subagenti costituiti sotto forma societaria che ci avevano rappresentato una grave problematica che stavano vivendo con una Compagnia di assicurazioni. Per il tramite di una società di Brokeraggio infatti avevano intermediato delle polizze vita per alcuni loro clienti. In realtà, gli assicurati loro clienti avevano sottoscritto unicamente delle proposte per poi ritrovarsi a distanza di diversi mesi l’emissione di “polizze” ben diverse. I contenuti infatti non solo risultavano differenti rispetto alle proposte firmate ma, soprattutto, riportavano delle firme palesemente apocrife.
Scriviamo a questa Compagnia contestando la validità delle polizze e, anche al fine di venire a capo della vicenda e trovare una soluzione nell’interesse degli assicurati, chiediamo un incontro.
La Compagnia si rende disponibile unicamente per il tramite del loro Avvocato di fiducia, con il quale avremmo dovuto incontrarci. Il consulente legale ci viene indicato nella persona dell’Avv. Gianluigi Malandrino. Superato il momento di stupore per aver appreso che lo storico fiduciario dello SNA non disdegna di assistere anche le Compagnie, contattiamo il Professionista che ci fissa un appuntamento presso il suo Studio a Roma per la data del 21.09.2020 .
A quell’incontro ci rechiamo ovviamente insieme ai due subagenti. Nell’esporre la problematica, l’Avvocato ammette candidamente di essere in “difficoltà” in quanto ci riferisce che il Broker, per il cui tramite i due subagenti avevano fatto sottoscrivere le proposte, “lo conosceva bene poiché in passato era stato suo cliente” (!?).
A nostro modesto avviso, ce n’era a sufficienza per rinunciare all’incarico professionale, visto addirittura il “conflitto di interessi” da lui stesso ammesso. “Ma anche no”, come direbbe qualcuno.
Lo storico Avvocato dello SNA infatti si assume comunque l’onere di far fare le “verifiche” alla Compagnia. Nelle settimane a seguire, la sequela delle nostre telefonate non hanno alcun esito visto che per voce della sua segretaria, l’Avvocato risultava costantemente impegnato in “riunioni”. Finalmente, a distanza di quasi due mesi, l’Avvocato Malandrino ci comunica (telefonicamente) il responso: per la Compagnia le polizze risultano regolari.
Non ci rimane che scrivere all’IVASS documentando il tutto. Recentemente l’Istituto di Vigilanza intima alla Compagnia di chiarire la situazione e quest’ultima conferma sprezzante (con una Pec di poche righe !) la regolarità delle polizze vita.
Nel frattempo, visto che “il diavolo fa le pentole ma non i coperchi !”, il broker (già cliente del Malandrino) scrive ai due subagenti, per revocargli un presunto mandato (che neanche esisteva!) giustificando questa “stramba” decisione con il fatto che “la Compagnia aveva comunicato loro delle gravissime irregolarità nell’emissione di quelle polizze!!” (ma come? non erano perfettamente regolari a detta della Compagnia e dell’Avv. Malandrino??).
La storia finisce qui, almeno per il momento. In linea di massima una Compagnia non viene perseguita dall’Ivass, diverso sarebbe stato se le responsabilità fossero state attribuite al broker intermediario. In quel caso si sarebbe immediatamente aperto un procedimento disciplinare a carico del broker stesso. Vedremo se la storia sarà diversa in questo caso.
Bisogna essere onesti però: quando l’Avvocato è Malandrino si vede, visto che presumibilmente la “strategia” di far assumere alla Compagnia l’intera responsabilità risulterà “vincente” sia per la Compagnia che per il Broker. Magari il tutto andrà a discapito della credibilità di altri intermediari (i subagenti) e soprattutto a discapito degli investimenti dei clienti assicurati.
Ma tant’è, un bravo Avvocato deve giustamente tutelare gli interessi di tutti i clienti che lo ingaggiano.
NDR: abbiamo tempestivamente segnalato questa vicenda al Sindacato Nazionale Agenti a mezzo Pec sin dal lontano 11.11.2020 ma, come al solito, fanno finta di niente.