Il Direttore/presidente di Amissima e la CPA di un ex agente.
Esiste una CPA (Cassa di Previdenza Agenti) alla cui presidenza tre anni fa è stato nominato il neo arrivato Direttore Commerciale della Compagnia. Indovinate di chi stiamo parlando? Manco a dirlo, della CPA di Amissima Ass.ni Spa e dell’indomito responsabile dell’Ufficio mandati di quest’ultima, Antonio Scognamillo. Praticamente appena giunto, è stato nominato presidente della CPA. Una sorta di ossequioso omaggio di benvenuto da parte del Gruppo agenti di Amissima.
In questa Compagnia, praticamente li riveste tutti lui gli incarichi con il benestare della rappresentanza degli agenti.
Fatto sta, che questo Presidente/Direttore si arroga il diritto di non pagare le somme giacenti sul conto personale della Cassa di un ex agente. Somme anche piuttosto importanti, richieste per tempo con tutta la documentazione in regola. La CPA è impignorabile ed insequestrabile in quanto afferente un rapporto previdenziale, ma nonostante ciò questa posizione è stata unilateralmente congelata dal Presidente della Cpa.
La scusante è quella che qualche anno prima l’agente avrebbe firmato una scrittura privata vincolando con un “pro solvendo” la propria CPA al fine di garantire un presunto debito della società agenziale della quale faceva parte.
Nell’acquisire la firma dell’ex agente su questa forma di vincolo della CPA, il buon Presidente/Direttore si è avvalso all’epoca dei vantaggi rivenienti dai suoi concomitanti incarichi ma soprattutto della più classica “soggezione psicologica”, dal momento che per ottenere la firma su quel vincolo egli non ha esitato a brandire la più infima “arma” della revoca.
Peccato che dopo i vari conteggi, verifiche, scioglimenti consensuali imposti, compensazioni e riconciliazioni varie alla fine il presunto debito della società/agente non solo si è dimostrato del tutto insussistente ma è emerso addirittura un credito di quest’ultima. Come se non bastasse, l’ex agente che oggi chiede la legittima liquidazione della propria CPA, non fa neanche più parte (oramai da tempo) di quella società ma, a quanto pare, è costretto a garantire ad aeternum per un debito inesistente di un soggetto terzo, con somme personali per di più aventi carattere previdenziale.
Il poveretto ad oggi ha quasi “supplicato” la liquidazione degli oltre 100 mila euro giacenti sul suo conto personale della CPA avendone peraltro in questo momento un estremo bisogno, ma al Direttore/presidente non gliene può importare di meno.
Ma la cosa ancor più grave è che anche agli altri componenti della CPA, ivi compresi gli stessi ex colleghi agenti, interessa ben poco. Gli agenti assecondano le scelte del sommo Direttore/presidente, senza fiatare.
Sulla Cassa di Previdenza Agenti di Amissima, invece, apriremo un “meraviglioso” capitolo nelle prossime news. Stay tuned.
AGGIORNAMENTO del 05.10.2021: A seguito della nostra news, l’ex agente si è visto liquidare le dovute somme da parte della Cpa di Amissima, bene.