Collette e speculazioni mediatiche dello SNA
Ogni tanto ci capita di leggere delle imbarazzanti notizie sul sito Snachannel. Leggiamo infatti della nascita di “Commissioni nazionali di Solidarietà” e di altrettanto solidali “collette” che lo SNA avrebbe organizzato per sostenere un agente in difficoltà. In quest’ultimo caso, sono stati raccolti ventimila euro che a quanto pare hanno scatenato l’entusiasmo del Presidente SNA che elogia i colleghi iscritti per la loro grande generosità, bacchettandone altri.
Parliamo della “vicenda Primo Novello” abilmente cavalcata dallo SNA. Con tutto il rispetto per il beneficiario di questa iniziativa e per la sua vicenda umana e professionale, verrebbe da porsi una infinità di domande nel merito visto che l’aiuto è stato giustificato con il “tentativo di riavere, almeno in parte, la propria abitazione e per il ristoro delle spese legali sostenute” (!?).
Salvo che non si tratti del primo ed unico caso in assoluto di un agente in difficoltà (iscritto o non iscritto allo SNA), qual è il criterio per cui il sig. Primo Novelllo beneficia di questa iniziativa? chi e come decide di lanciare una campagna di raccolta fondi del genere? Supponiamo che l’idea nasca unilateralmente dal direttivo dello SNA, lo stesso direttivo che in maniera altrettanto unilaterale decide di spendere mezzo milione di euro delle risorse del Sindacato per acquistare un immobile adiacente agli uffici di via Lanzone a Milano.
Un acquisto di un immobile inutile, unicamente finalizzato a far stare più larghi e più comodi i dipendenti del Sindacato e che determina una immobilizzazione di risorse rivenienti dalle quote degli iscritti e che, soprattutto, non produce alcuna utilità se non patrimonializzare il Sindacato. Per assurdo, come da nostra provocatoria news del 25.01.2020, se proprio si voleva assecondare questa inedita “brama immobiliarista” dell’esecutivo SNA, si sarebbe potuto acquistare un parcheggio polifunzionale in quel di Milano che avrebbe prodotto utili ammortizzando anche l’investimento. Sempre per assurdo, con mezzo milione di euro e/o con i frutti di un investimento redditizio si sarebbero potuti aiutare decine e decine di agenti in difficoltà ed attuare molte altre iniziative a supporto della categoria, senza dover ricorrere a delle collette.
Tornando al caso “Primo Novello”, ci ritroviamo al cospetto di un agente che al momento della revoca per giusta causa non era più iscritto al Sindacato (stranamente nessuno si è chiesto il perché !) che a distanza di otto anni, dopo aver portato avanti e sostenuto da solo delle cause in sede Civile e penale e, soprattutto, dopo averle vinte, incontra all’improvviso l’attenzione e la solidarietà del Sindacato Nazionale che si fionda sulla notizia organizzando una “penosa” (pe-nó-sa agg. che suscita pena, muove a pietà compassionevole) colletta per sostenerlo.
E’ fin troppo evidente l’abile speculazione mediatica che lo SNA ha fatto nell’apparire nella “vicenda Primo Novello” ed in tutta onestà dobbiamo dire che nell’arte di apparire e/o scomparire all’occorrenza sono piuttosto bravi. Nel caso di specie i successi giudiziari conseguiti dal coraggioso agente tornavano utili allo SNA in termini di pubblicità.
Ma tant’è, questo direttivo SNA decide, tutti gli altri si adeguano e nessuno si pone domande. Stiamo invitando e sollecitando il Sindacato ad affiancarci in diverse battaglie importanti contro alcuni comportamenti gravissimi delle Compagnie a danno di molti altri “Primo Novello”, ma in questi casi, pongono abilmente in essere l’arte dello “scomparire” in alternanza a quella “dell’apparire”.