La “linea verde” ed il “bene che vince sul male”.
Vi invitiamo ad ascoltare il discorso del Presidente SNA di inizio anno.
Fatelo, quantomeno contribuirete ad aumentare i numeri dei contatori di accesso che risultano piuttosto miseri. Noi lo abbiamo ascoltato e la nostra attenzione si è soffermata sull’interessante parte dell’incontro con i cento giovani che hanno superato l’esame per iscrizione al RUI per il tramite di Snaform, tutto il resto del discorso infatti vede la solita boriosa (e noiosa) autocelebrazione.
Ebbene, apprendiamo di questa ventata di giovani abilitati alla professione che si coniuga con una ventata di denaro fresco entrato nelle casse dello SNA, visto che è pubblica la notizia per cui per ogni scritto incassano fino a 1.600 euro (oltre iva).
Per carità, un’attività formativa che, per quanto a scopo di lucro, rimane senza dubbio valida ed interessante. Trattasi sostanzialmente di figli d’arte che andranno ad ereditare (forse) un’agenzia e siamo certi che sapranno farsi valere nel mondo dell’intermediazione assicurativa (per nostra esperienza i figli degli Agenti hanno sempre dato nuova linfa).
Occorrerebbe però (in)formarli anche sul fatto che una volta ottenuto il mandato dovranno farsi carico dell’antiquato Istituto della “rivalsa portafoglio” previsto dall’ANA 2003. Prepararli al fatto che nell’ambito di questa rivalsa dovranno far fronte a tassi di interessi ai limiti dell’usura e che il nuovo mandato potrebbe anche essere contrattualmente penalizzante rispetto al predecessore. Ma, soprattutto, bisogna impegnarsi per abituarli all’idea che le penalizzazioni di cui sopra rivengono dall’ultrattività dell’ANA 2003 che piace tanto all’attuale Esecutivo nazionale SNA che li ha formati. Un EN per il quale un eventuale rinnovo non potrebbe che essere un “pessimo” rinnovo; il perché non è dato sapersi, ma è bene che i giovani militanti assorbano questo principio e lo facciano proprio (!).
Praticamente il Demozzi riesce ad enfatizzare e trasformare un’attività a scopo di lucro dello SNA (anche piuttosto redditizia ed in antitesi con lo Statuto), in un momento commovente ed identitario, sostenendo che questi giovani saranno i futuri “militanti, dirigenti e vertici del Sindacato“.
In uno dei suoi comizi verrebbe subissato di applausi.
Viene però da chiedersi di quale vertice di quale Sindacato egli stia parlando, perché sulla poltrona di quello denominato Sindacato Nazionale Agenti risulta da molto tempo saldamente inchiodato qualcun altro.
Se ad esempio uno di questi giovani cui “appartiene il futuro”, avesse la fortuna di diventare un Agente professionista e provasse a costituire in proprio una lista per concorrere alla presidenza SNA, vi assicuriamo che passerebbe dallo status di “bollino verde, largo ai giovani” a quello di “bollino rosso, a largo i giovani”.
Verrebbe etichettato dal Demozzi come troppo giovane ed inesperto per ricoprire questo incarico, così come il candidato concorrente alle ultime elezioni è stato etichettato nel suo discorso come “pensionato”.
Qual’è quindi l’età giusta per guidare il Sindacato Nazionale Agenti? ve lo diciamo noi: è esattamente di 57 anni, portati bene. Tra qualche mese sarà di 58 anni e così via di anno in anno fino all’età pensionabile che però in quel caso non varrà, proprio perché “portati bene”.
La sensazione è che il “vivaio” targato SNA serva in primis a far entrare nelle tasche del Sindacato svariate centinaia di migliaia di euro, in secondo luogo a creare la prima fascia, quella che lo stesso Demozzi ha definito nel suo discorso dei “giovani militanti”, disponibili a lavorare gratuitamente per il Sindacato per mero spirito di appartenenza e con il giusto entusiasmo riveniente dall’età.
Nel “Demozzi discorso”, altro spunto interessante è il presunto “record storico di iscritti allo SNA”. Il “bene vince sul male” visto che i cattivoni che se ne sono andati dal Sindacato non hanno influito sul numero degli iscritti che è addirittura aumentato. Anche qui bisogna rimettersi alle sue “autocertificazioni” (d’altronde se lo dice lui che è completamente disinteressato, non può che essere cosi !).
Un discorso emblema di una propaganda, una propaganda racchiusa in un discorso.
Soffermatevi ad “ascoltarlo” questo Presidente.
Secondo uno dei più grandi Psicologi umanisti della storia “Ascoltare vuol dire capire ciò che l’altro NON dice” e nel suo turbinio oratorio il Demozzi “dice molto” di quello “che non dice”.