Invenzioni, incoerenza e pretese di Demozzi 2^ parte – “il Sognatore”.
Proseguiamo con l’approfondire il tema dei dati, visto che è improbabile che lo facciano gli organi d’informazione del settore.
Abbiamo già avuto modo di evidenziare che nel 2021 la strategia posta in essere dal Demozzi in sede di confronto con ANIA per il rinnovo dell’Accordo Collettivo, è venuta clamorosamente a tramutarsi nella rivendicazione della Titolarità autonoma dei dati in capo agli Agenti ed alle Compagnie.
Intanto facciamo luce sulle due situazioni giuridico/contrattuali.
Il titolare autonomo del trattamento dati è persona fisica o giuridica che determina da solo (in autonomia, per l’appunto) l’utilizzo, le finalità ed i mezzi di trattamento dei dati personali. In altre parole, il titolare autonomo ha il pieno controllo e la responsabilità delle decisioni riguardanti il trattamento dei dati. I titolari autonomi possono essere più di uno.
La contitolarità si verifica invece quando due o più titolari del trattamento si riconoscano reciprocamente come tali e determinano congiuntamente le finalità ed i mezzi di trattamento. In questo caso i titolari devono stabilire in uno specifico Accordo le rispettive responsabilità per adempiere agli obblighi del GDPR, che poi è quanto accaduto in questi ultimi anni tra Imprese e Gruppi Agenti.
Il rinnovo dell’ANA è naufragato sulla recriminazione SNA circa la titolarità autonoma dei dati. Qui vi facciamo notare una prima incongruenza. L’Ania sostiene che: “Si sono registrate posizioni inconciliabili in relazione al tema della titolarità dei dati del cliente, visto in particolare l’assunto dello Sna di ritenere l’Agente sempre e solo titolare autonomo del dato“.
Demozzi sostiene invece che “lo Sna ha tentato invano di convincere l’Ania a concordare una norma da inserire nel nuovo ANA che prevedesse la titolarità autonoma dei dati in capo all’agente ed alla compagnia a ciascuno sulla base di quanto autorizzato dal cliente”.
In realtà ha ragione l’ANIA perché le due situazioni alla fine coincidono, determinando di fatto la sola titolarità autonoma dei dati in capo all’Agente.
Secondo le pretese dello SNA il cliente, in qualità di unico proprietario dei suoi dati e che, lo ricordiamo, entra in contatto in primis con l’Agente, potrebbe rilasciare a quest’ultimo autorizzazioni su modulistica ad hoc per il trattamento della privacy contestualmente all’analisi dei bisogni. L’Agente avrebbe quindi facoltà di raccogliere e lavorare i dati in proprio ed utilizzarli in totale autonomia anche con l’ausilio di banche dati e gestionali di sua esclusiva proprietà.
Per il Sindacato, il futuro ANA dovrebbe prevedere una norma del genere.
Parliamoci chiaro: è come se l’Agente, in un colpo solo, diventasse di fatto il solo “titolare autonomo” dei dati cosicché l’Accordo collettivo risulti implicitamente sbilanciato in favore di una sola parte contrattuale (quella che per l’appunto intercetta per prima il cliente assicurato !).
Per carità, un’ipotesi affascinante e da vero “sognatore” quella del Demozzi.
Può mai esserci un solo intermediario non entusiasta di un ANA che contenga una previsione del genere? Assolutamente NO. Peccato che un Accordo collettivo preveda anche la presenza di una controparte, funziona così di solito.
Ebbene, la proposta dello SNA risulta in totale antitesi con gli interessi di questa controparte che risponde all’acronimo ANIA, ne consegue che la proposta stessa rientri tra le così dette ipotesi “vanagloriose”. Un’ipotesi lanciata a forte velocità “contromano” che ovviamente si è subito “schiantata frontalmente” con la realtà e gli interessi dell’Associazione Nazionale delle Imprese Assicurative → il rinnovo ANA si incaglia sulla titolarità dati
Ma di ipotesi vanagloriose targate SNA lanciate imprudentemente contromano, ci sono diversi esempi. Basti pensare a quella povera tabella delle “provvigioni che vorremmo” che ebbe un incidente frontale direttamente con l’Antitrust, morendo sul colpo. R.I.P..
Premesso che nel frattempo si erano già perfezionati una moltitudine di Accordi di secondo livello aventi ad oggetto la contitolarità dei dati tra Compagnie e Gruppi Agenti che, inutile a dirsi, non andavano nel senso voluto dal presidente SNA e che per certo non potevano essere posti nel nulla dall’ANIA, ci chiediamo: Ma veramente quest’uomo ha avanzato una pretesa del genere? Quante possibilità ci potevano mai essere che l’Ania accettasse? Neanche Peter Pan nell’isola che non c’è, avrebbe mai osato tanto (!).
Un comportamento ondivago e contradditorio quello del Demozzi rispetto alle posizioni iniziali (delega ai Gruppi aziendali e contitolarità sui dati) e che oggi sfocia in una proposta irricevibile che per di più cerca di legittimare coniando l’oramai famoso slogan: “Meglio nessun accordo che un pessimo Accordo !”.
Non mancheranno di dirvi che ai Gruppi aziendali avevano dato le dovute linee guida, che avevano fornito loro vademecum comportamentali e slide chiarificatrici. Omettono di dirvi che lo hanno fatto in maniera tardiva. Iniziative che si sono rivelate del tutto inutili e sterili a fronte del cambiamento epocale che non hanno saputo cogliere. Approcciarsi ad un problema per tempo, fa sempre la differenza. Farlo in maniera tardiva, fa altrettanta differenza…in negativo però.
Ma torniamo al tema dell’ANA. Confermiamo, senza timore di smentita, che chi si professa da sempre come “organizzazione maggioritaria degli Agenti” ha colpevolmente tergiversato per il suo rinnovo nel cruciale momento storico del biennio 2017/2018.
All’epoca dell’introduzione del D.lgs 101/2018 un tempestivo rinnovo dell’Accordo Nazionale Agenti, avrebbe di fatto anticipato tutti gli Accordi di secondo livello che giocoforza sarebbero intervenuti tra Compagnie e Gruppi aziendali sul tema dei dati. Lo SNA tutto questo non lo ha minimamente compreso o, peggio ancora, non lo ha voluto comprendere.
“A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca” diceva qualcuno ed in verità l’evoluzione delle posizioni SNA ci lasciano molto perplessi.
Avete presente quei politici di opposte fazioni che in pubblico si “scannano” lanciandosi accuse ed anatemi di ogni tipo e che invece dietro le quinte cenano “amorevolmente” insieme scambiandosi reciproci favori? Ebbene, il Demozzi sembra incarnare uno di questi professionisti della politica nostrana.
Il presidente SNA oggi si erge apparentemente a paladino degli interessi della categoria rendendosi portatore presso l’Ania di una sorta di “Rivoluzione Copernicana”: la titolarità autonoma dei dati in capo solo agli Agenti. In verità, nessuno più di lui è consapevole dell’assoluta irrealizzabilità della proposta.
La sensazione è quella di un grande gioco di illusionismo volto a creare aspettative e fiducia in chi lo vota, ma il termine più corretto sarebbe “grande bluff”. Un bluff che fino ad oggi ha funzionato bene, visto che il buon Demozzi è riuscito ad ammaliare la ristretta cerchia degli iscritti SNA che lo supporta e che lui stesso definisce “militanti”.
Un termine non casuale, la cui etimologia è riconducibile a chi “milita, a chi fa parte di una milizia”. Il presidente suole così indicare quei suoi fedelissimi associati che partecipano, applaudono e che soprattutto votano nei momenti cruciali. Tramite questi ferventi “militanti” egli riesce a tenere sotto scacco l’intera categoria degli Agenti assicurativi (ma proprio tutti, compresi quelli non iscritti allo SNA che sono la stragrande maggioranza !).
Subordinare il rinnovo del Contratto collettivo all’accettazione da parte dell’ANIA del requisito di una (apparente) reciproca titolarità autonoma dei dati, significa essere consapevoli di un rinvio sine die del suo cruciale rinnovo. Ma questo rinvio a data da destinarsi, significa al tempo stesso un enorme regalo all’ANIA che vede di buon occhio l’ultrattività di un Accordo dal quale le Compagnie traggono nel frattempo solo benefici economici e contrattuali a danno proprio degli Agenti.
Ma c’è di più. Il Demozzi subordina addirittura la riapertura delle trattive per il rinnovo dell’ANA 2003 alla vendita di qualche migliaio di copie del programma Archimede realizzato dallo stesso SNA o alla raccolta autonoma dei dati da parte degli agenti con propri sistemi.
Secondo il presidente SNA: “se gli agenti si approprieranno dei dati dei loro clienti con una banca dati di cui sono proprietari esclusivi, intellettuali, industriali, noi potremo tornare in Ania e dire: bene con questi accordi capestro eravamo 1-0 per voi, adesso siamo 1-1 e palla al centro. Abbiamo quattromila agenti che hanno una loro banca dati ed adesso si rimette tutto sul tavolo. Ed io non dispero che ripartirebbe anche la trattativa per l’ANA” (ndr: il virgolettato riviene da dichiarazione del Demozzi registrata su supporto audio).
Sarebbe il caso che qualcuno riferisca al “Presidente sognatore” che un giorno potrebbe anche presentarsi al cospetto dell’ANIA con l’utopica cifra di diecimila Agenti che si sono “appropriati” dei dati per il tramite del programma “Archimede”, non cambierebbe assolutamente nulla. L’accoglimento della sua pretesa titolarità autonoma dei dati in capo agli agenti rimarrebbe una chimera.
L’unica cosa che al massimo cambierebbe, sarebbero gli introiti economici dello SNA e della software house che ha realizzato “Archimede”. Sembra infatti che la vendite non stiano dando i frutti sperati, per cui non vorremmo fosse in atto la più classica strategia di marketing di vendita finalizzata a creare uno “stato di bisogno” tra gli associati.
Malgrado le strampalate accuse del Demozzi, dobbiamo dire che, tutto sommato, nonostante la colpevole assenza dello SNA e la mancanza di una norma di primo livello che potesse fare da guida, gli “Accordo dati” che i vari Gruppi aziendali si son visti costretti a partorire, celebrano il principio di contitolarità dei dati, superando quello della sola “responsabilità” e/o “custodia”.
In molti casi, alla cessazione del rapporto con l’Agente, è addirittura prevista la consegna a quest’ultimo di un CD e/o di un file contenente tutti i dati e tutta l’anagrafica dei clienti già gestiti dall’intermediario. Se vogliamo, questo viene in parte a mitigare le motivazioni delle Compagnie nel merito delle pretese incentrate sulla proprietà industriale del dato (allo stato attuale comunque invariata!).
Non è un caso che negli ultimi anni non si abbiano notizie nel merito di azioni civili promosse dalle Compagnie a danno degli Agenti per “concorrenza sleale” e “sviamento di clientela”.
Per carità, per quello che abbiamo visto non c’è dubbio che siano tutti Accordi migliorabili. Tuttavia, in considerazione dell’evidente differenza di forze in campo, del timor reverentialis che spesso contraddistingue la parte più debole, della latitanza dello SNA che avrebbe dovuto fare da consulente e soprattutto dell’assenza di una norma guida di primo livello, i Gruppi aziendali han fatto quel che hanno potuto come meglio hanno potuto.
Nonostante ciò il Demozzi prova maldestramente a scaricare sui Gruppi aziendali colpe e responsabilità che in realtà sono solo sue (nello “sport” dello scaricabarile è da sempre campione olimpico!).
A tal proposito, ci chiediamo come sia possibile che quasi tutti i Gruppi Agenti accreditati SNA (che lo foraggiano anche economicamente) accettino supinamente di farsi umiliare e sbeffeggiare da un presidente che ha creato un clima sulla falsariga del motto del Marchese del Grillo: “Io sono io e voi non siete un…”.
Occorre arginare le elucubrazioni mentali e le irrealizzabili condizioni imposte/proposte da questo Presidente. Necessita un’opera di mediazione con le controparti, bisogna far ripartire le relazioni industriali e quindi le negoziazioni per il rinnovo dell’ANA.
Tutto questo non lo potete demandare ad un Sindacato il cui massimo rappresentante ha già deciso a priori di tenervi “sotto scacco” in eterno.
Salutatelo con affetto e voltate pagina, ne va della sopravvivenza di tutti gli intermediari che negli ultimi dieci anni (periodo che casualmente coincide proprio con l’era Demozziana) risultano essere quasi diecimila in meno nella sez. A del RUI.
Gli associati SNA e gli Agenti di Assicurazione in generale, hanno bisogno di fatti concreti, di realismo e non certo di un Presidente che si autodefinisce “Il sognatore” perché i suoi sono più che mai “sogni d’oro”…i vostri rischiano di diventare “incubi”.
Vi anticipiamo che quando anche i militanti cominceranno a stancarsi ed il RE vedrà vacillare il Trono, allora scatteranno le lectio magistralis sul “senso del dovere” e sul “bene della categoria e sulla responsabilità” per cui sarà costretto a fare “marcia indietro”. Tornerà quindi al tavolo per il rinnovo dell’ANA che, sul tema dei dati, vedrà sancire il principio della “contitolarità” già in essere tra Compagnie ed Agenti. Nel frattempo vi avrà fatto perdere soltanto una quindicina di anni preziosi.
Nulla di che, insomma.
Ultim’ora: a poche ore da questo nostro articolo scatta l’invito all’incontro in quel di Bologna dei Gruppi aziendali per il prossimo 14 ottobre. L’incontro è intitolato “lavorare insieme per lavorare bene”. Cari presidenti di Gruppo si preannuncia un sermone di due ore del Demozzi su quanto i Gruppi aziendali siano importanti per lo SNA. Vi offrono anche il “lunch buffet”, non mancate che si mangia pure.
Studio Professionale Agents Consulting
dott. Gianluca Sostegno