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Ania

Il rinnovo dell’ANA 2003 – Parte prima.

Leggiamo di una interruzione delle trattative per il rinnovo dell’ANA 2003 per volontà dell’ANIA per la cruciale questione della “titolarità dei dati”.
Nel leggere i comunicati delle parti si evince che a quel tavolo, lato agenti, ci sarebbero le costituite rappresentanze sindacali come SNA ed ANAPA ma, udite, udite, ci sarebbe pure l’ANAGINA .
Delle due, l’una. O solo a noi vengono di getto considerazioni come quelle che stiamo per esporre, oppure nessuno ha gli attributi per esprimerle. Non sapremmo quale delle due ipotesi sia la peggiore.
Soffermiamoci ad analizzare queste ultime due sigle. La prima (ANAPA) è il frutto della volontà “dissociativa” da SNA di uno dei suoi fondatori, vale a dire lo storico Presidente del GA-GI (Gruppo Agenti Generali Italia) ed è senza dubbio un’organizzazione sindacale al pari di SNA. La seconda (ANAGINA), non è dato comprendersi del perché presenzi a quel tavolo, visto che non è una sigla sindacale ma un vero e proprio Gruppo agenti costituito dagli ex Ina-Assitalia poi confluiti in Generali Italia.
ANAPA ha come presidente un soggetto che su “invito” di Generali si precipita a disdire (anzi, a far disdire da terzi) una convenzione con il nostro Studio Professionale, semplicemente perché risulta fastidiosa alla Compagnia. Gli agenti che a noi si rivolgono per effetto di quella convenzione, beneficiano infatti di assistenza e consulenza altamente specializzata a loro tutela. Un pò troppo per Generali, che al massimo gradiscono come controparte a “difesa” degli agenti, gli stessi rappresentanti del GA-GI. Chissà perché.
ANAGINA, come già detto invece, non è nient’altro che un Gruppo Agenti, anche piuttosto “ricco” se vogliamo, visto che incamera annualmente da ogni associato quote di iscrizioni che si misurano in svariate migliaia di euro, talvolta anche superiori ai diecimila euro.
Questo opulento Gruppo agenti è in assoluto il soggetto meno indicato per partecipare alla stesura di un qualsiasi Accordo collettivo, men che mai l’Accordo Nazionale Agenti che da un punto di vista storico e pratico non gli appartiene neanche.
L’Anagina infatti ha sempre avuto un Accordo collettivo tutto suo con l’ex mandante Ina Assitalia, tranne che per gli agenti di Roma ai quali risultava invece applicabile l’ANA 2003 (altra aberrazione). Saranno forse di “pura razza…romana” i delegati di Anagina presenti a quel tavolo? Può essere.
Ma soprattutto questi signori sono i redattori dell’ANAGINA-ANSAINA 1986, vale a dire l’Accordo Nazionale che disciplina (tuttora) i rapporti tra gli agenti ed i subagenti dell’allora Ina Assitalia. Ebbene sì, avete letto bene, parliamo del 1986. Nel novembre di trentasei anni fa in quel di Palermo, agenti e subagenti Ina Assitalia, si cimentarono nella stesura di uno sgrammaticato (nel senso stretto del termine) Accordo Nazionale.
Questi signori dell’Anagina (non tutti ovviamente) hanno poi massacrato quegli sventurati subagenti che davano le dimissioni, rifiutandosi di pagar loro le indennità di fine rapporto.
Questi signori infatti si sono appellati a quello sgrammaticato Accordo del 1986 che, tra una portata di polipo ed i cannoli, vide omettere l’articolo che prevedeva il pagamento degli indennizzi dei subagenti dimissionari (regolarmente previsto nel precedente Accordo !).
Questi signori hanno gettato nello sconforto decine e decine di onesti subagenti (peraltro la loro fortuna) costringendoli a perdere tempo e denaro nei vari ricorsi dal momento che solo la Cassazione ha sancito, non molti anni fa, la legittimità delle indennità spettanti al subagente in caso di dimissioni.
Sempre lor signori lo hanno pure rinnovato quell’Accordo nazionale, salvo poi rinnegarlo perché risultava “migliorativo” per i subagenti rispetto a quello da fame del 1986.
Da un punto di vista etico, morale e professionale diciamo che non sarebbero propriamente indicati per concorrere alla redazione di un Accordo nazionale.
Ma l’anomalia più simpatica di tutte è forse quella di carattere giuridico: L’ANAGINA ambisce ad intervenire e/o è già intervenuta, nel capitale sociale di Generali Italia Spa. Potenzialmente potrebbero anche essere soci e sedere nel CdA di Generali Italia, come d’altronde già accadeva all’epoca dell’Ina Assitalia.
A nessuno è venuto in mente che la posizione di questo Gruppo agenti, oltre che essere del tutto inopportuna al tavolo della trattative, è per sua natura inficiata da un potenziale conflitto di interessi?
Cari signori dello SNA, ma siete del mestiere? (cit.)
Se ad un tavolo così importante consentite ad un Gruppo agenti con queste caratteristiche, di affiancarvi e di mettervi pure in minoranza, la domanda non è del tutto peregrina. L’alternativa è che ve lo abbia “chiesto” l’ANIA, altrimenti non si sarebbe neanche intavolata la trattativa. Ci abbiamo azzeccato? Forse. Ma scendere a compromessi pur di rinnovare l’ANA non ci pare molto onorevole, al netto del fatto che manco ci riuscite.
Fatto sta che al tavolo del rinnovo dell’ANA, Generali Italia occupa la sua legittima sedia sulla sponda ANIA ma, al tempo stesso, sul lato opposto, quello delle rappresentanze degli agenti, la sensazione è che occupi praticamente due sedie su tre, di cui una gentilmente concessa da un accondiscendente SNA.
Inutile nascondersi dietro un dito, parliamo di due associazioni (ANAPA ed ANAGINA) direttamente o indirettamente influenzate dall’egemonia di Generali Italia Spa. D’altronde la cruciale questione della “titolarità dei dati” lo dimostra pienamente, visto che entrambe si sono appiattite sulle posizioni dell’ANIA.
Ancor prima, i vari gruppi agenti di Generali si erano già impegnati nel merito con la Compagnia, suscitando l’ira funesta del pelide…Demozzi.
A nostro modesto avviso, nonostante le pecche, potremmo dire che lo SNA è l’unico soggetto titolato a rappresentare gli agenti di Assicurazione a quel tavolo (in attesa dell’auspicata “nuova ventata” in ANAPA). Al tempo stesso però è anche “unico” nel mettersi da solo in minoranza. Non è una questione di voti o di peso specifico in quella sede. E’ una questione di “sponde”.
Stay tuned perché la seconda parte di questa news sarà ancora più scoppiettante. Ma se non ve le diciamo noi queste cose, chi ve le dovrebbe dire?