Per le Compagnie Il socio uscente di un’agenzia è come il paziente di Totò.
Parliamo della procedura di cui all’art. 2bis ANA e delle scandalose pretese delle Compagnie. Non se ne dispiaccia nessuno, ma abbiamo l’ennesima prova che la categoria degli agenti di assicurazione è senza alcun dubbio priva di rappresentanza e tutela e che le Compagnie fanno sempre e comunque quello che vogliono.
Almeno quando fino a quando non ci siamo noi ad assistere gli agenti.
Un socio fondatore di una società/agente plurimandataria decide di andare in pensione e rassegna le proprie dimissioni dall’incarico di delegato all’attività assicurativa. Ovviamente “rammenta” a tutte le Imprese rappresentate che vi è la necessità di dar seguito alla procedura ex art. 2bis ANA.
Il socio uscente si “porta avanti” comunicando il nominativo del potenziale socio subentrante e manifesta la necessità di procedere con la liquidazione delle indennità non essendoci margini per la c.d. “soluzione interna”. La norma prevede poi l’addebito della rivalsa alla società mandataria nella sua nuova composizione.
Il subentrante proposto era già accomandante e delegato della stessa mandataria, per cui già di gradimento delle stesse mandanti. In capo a quest’ultimo sarebbe semplicemente confluito il ruolo di accomandatario e le quote societarie del socio uscente.
Tutto molto semplice, vero?
Sapevamo invece che di “semplice” non ci sarebbe stato un bel nulla e così è stato. Ma lo sapeva pure l’agente che infatti si è ben guardato dall’affidarsi a Gruppi agenti vari.
Risponde testualmente il Direttore commerciale di Amissima Ass.ni Spa: “abbiamo preso atto e formalizzato la cessazione dalla carica di responsabile dell’attività di intermediazione Vi confermiamo altresì il ns. benestare alle modifiche societarie da Voi proposte. Ne consegue, pertanto, vista la prosecuzione a tutti gli effetti del mandato agenziale con la Vs. società in sostanziale continuità con l’attuale gestione, che non riteniamo sussistano i presupposti per liquidare le indennità di fine rapporto e, di conseguenza, applicare la relativa rivalsa alla società agente. Con l’occasione, porgiamo distinti saluti”.
Per il dott. Scognamillo di Amissima il socio uscente, deve per l’appunto “uscire” e basta. Per lui l’agente è come il famoso paziente di Totò chirurgo che deve avere “pazienza”, altrimenti che paziente è?
Sulla stessa falsa riga la risposta del dott. Luca Colombano di Italiana Ass.ni Spa, secondo il quale si va in continuità con la stessa mandataria senza liquidare le indennità di fine rapporto.
Nobis Ass.ni Spa invece predispone correttamente le indennità mentre Bene Assicurazioni in luogo della liquidazione di un piccolo portafoglio propone un contratto di “liberalizzazione”, che comunque l’agente accetta.
In definitiva, le “piccole” Compagnie risultano rispettose dell’ANA (pur non esistendo neanche all’epoca della sua sottoscrizione), mentre per le più storiche il socio uscente deve farsi da parte senza ricevere la giusta liquidazione e consentendo soprattutto al subentrante di beneficiare “gratuitamente” sia della redditività dell’agenzia che dell’anzianità di servizio della stessa. Delle due l’una: o fanno le furbe oppure non ricordano più le norme dell’ANA, circostanza anche plausibile se vogliamo, visto che ci avviciniamo al ventennio dalla sua approvazione.
Come è finita? Che dopo diversi nostri scritti Amissima Ass.ni ed Italiana Ass.ni hanno correttamente provveduto a quantificare e liquidare le indennità di fine rapporto alla società/agente, agevolare le modifiche societarie ed addebitare la rivalsa portafoglio alla società mandataria nella sua nuova composizione.
Come disse Totò all’On. Trombetta: Ma mi faccia il piacere !!