Le “confessioni” dell’agente e l’ispezione per “fotografare” l’agenzia.
Il tragico evento riportato nella news precedente, varrà purtroppo a raccontarvi quello che succede quando un agente “confessa” alla Compagnia di essere in difficoltà. La lettura di questo articolo da parte del management delle Compagnie (che ci leggono tutte) forse varrà a scongiurare in futuro l’irreparabile. Forse. Ci proviamo.
Premettiamo che questa nostra news non ha nulla a che fare con quanto si è purtroppo consumato in queste ultime ore, di questa vicenda non ne conosciamo neanche gli antefatti. E’ solo una narrazione di carattere generale sulla base della nostra esperienza.
Sapete cosa accade se un agente segnala alla Compagnia una propria temporanea difficoltà ? la prima cosa che fanno è piombare in agenzia per fare una ispezione amministrativa. Questo protocollo viene posto in essere da tutte le Compagnie di assicurazione, nessuna esclusa. Tutto legittimo, per carità.
“Dobbiamo fare una fotografia dell’agenzia tramite l’ispezione, per poi vedere il da farsi !!”, questa la tipica frase che l’agente si sente dire. C’hanno sta fissa della fotografia (!).
L’ispezione porta gli incaricati a fare le verifiche e chiedere il versamento del saldo emergente. Saldo che spesso e volentieri comprende di tutto e di più. Si svaria dagli arretrati, agli storni provvigionali, fino ad arrivare alle rivalse, addebiti e/o rilievi di varia natura. “Per aiutarla, occorre fare una fotografia dell’agenzia quanto più precisa possibile !!”, ripetono gli ispettori. Una fotografia a colori ed in alta definizione.
Guarda caso, l’agente non è in grado di fare il versamento in tutto o in parte e magari inserisce a verbale una qualche improbabile giustificazione “castrante”. Questo è quanto accade in tutte le Compagnie in casi simili.
Una verifica amministrativa è per definizione un qualcosa di destabilizzante per l’agente anche nella normale ed ordinaria gestione, un evento se vogliamo “impegnativo” anche quando si ha la consapevolezza di aver fatto le cose per bene. Immaginate cosa possa rappresentare per chi invece è conscio di essere in difetto. Immaginate le ansie e, soprattutto, il rimorso per essersi addirittura “autodenunciato” evocando a sé le “attenzioni” della mandante.
Talvolta gli atteggiamenti da inquisitori di alcuni ispettori (non tutti in verità !) nel corso delle operazioni di verifica, non aiutano affatto.
Nella propria vita professionale chiunque può trovarsi in difficoltà. Può succedere, a volte è quasi fisiologico. Nel caso degli agenti di assicurazione, poi, spesso e volentieri le difficoltà sono addirittura imputabili alle politiche delle compagnie stesse: tariffe fuori mercato, assenza di scontistica e massicce campagna di disdetta del portafoglio metterebbero in ginocchio chiunque.
Ma il punto è un altro. Un agente che si rivolge all’ispettore di zona confessandogli il momento di difficoltà, lo fa dopo un travaglio interno difficilmente spiegabile a parole. Lo fa nella speranza che la Compagnia possa comprendere e venirgli incontro. Normalmente ci si confessa con l’ispettore di zona ritenuto un “amico” e quest’ultimo in primis non dovrebbe riferire ai suoi superiori “ho scoperto” (imbecille, te l’ha detto l’agente non hai scoperto un bel nulla !).
Cosa dovrebbe fare a quel punto un manager degno di questo nome? alzare il telefono, chiamare l’agente, invitarlo in Direzione per risolvere le problematiche comunicandogli contestualmente di aver prenotato per lui un aereo/treno ed il pernottamento in albergo. Se il vostro agente vi sta comunicando che è in difficoltà, significa che lo è veramente e che soprattutto è in buona fede. Non è un concetto difficilissimo da comprendere.
Per intenderci: non è in atto una pianificata opera di “appropriazione indebita”, di cui ovviamente non ve ne parlerebbe affatto.
Una volta in Direzione, si mette a suo agio l’intermediario e lo si invita con tatto ad aprirsi ed a rappresentare in concreto il problema e la sua entità. Si adottano insieme soluzioni per superare il tutto. Sentire dalla sua viva voce le problematiche, porta a molteplici vantaggi: il primo di carattere psicologico visto che l’agente si sentirebbe in un attimo sollevato da un peso, dall’altro si giunge alla verità in pochissimo tempo, non si spreca tempo e denaro con estenuanti ispezioni amministrative che sottopongono l’agente, la sua famiglia ed i suoi dipendenti allo stress di cui sopra.
Anche questi non sono concetti difficili da comprendere, che non rientrano neanche in quello più ampio di “umanità” ma apparterebbero al bagaglio culturale, all’esperienza, alla preparazione ed al buon senso del manager.
D’altronde parliamoci chiaro: care Compagnie, qual’è il danno che vi può arrecare l’agente? Siete garantiti a 360 gradi dalle fideiussioni, dalle polizze di responsabilità, avete in mano le indennità di fine rapporto, i rappels ancora da liquidare, le somme della Cassa di Previdenza agenti (per quanto non dovrebbe essere proprio così !).
Trovare le “soluzioni” non equivale a concedere “assoluzioni”.
Quante situazioni estreme avreste evitato comportandovi in questa maniera? Quante ?
Non vogliamo mai più sentire una notizia del genere, perché noi per primi ne abbiamo viste e sventate non poche di tragedie, usando semplicemente il buon senso. Usatelo pure voi. Le fotografie fatele fare ai fotografi.