“Focus” sulle rappresentanze degli Agenti di assicurazione.
Ci è pervenuta in questi giorni una mail di un agente iscritto allo SNA che, dopo averci fatto i complimenti e “confessato” che valuterebbe concretamente l’ipotesi di affidarsi a noi in una ipotetica controversia con la mandante, ci ha chiesto il perché delle nostre posizioni critiche nei confronti dello SNA e non magari di ANAPA. Rendiamo pubblica la nostra sintetica replica al gentile intermediario.
“Caro sig. XXX, per quanto ci riguarda, riteniamo che questa sigla ANAPA sia rappresentativa di poco o niente nel mondo degli agenti assicurativi. Non abbiamo alcun motivo per muovere appunti ad ANAPA semplicemente perché non abbiamo alcuna notizie di attività di rilievo di questa Associazione, o meglio, non abbiamo proprio notizie di attività di carattere “sindacale”. A nostro avviso non svolge alcun ruolo di rappresentanza e di azione sindacale come comunque fa il Sindacato Nazionale Agenti. Per forma mentis crediamo fortemente nelle associazioni di categoria ed una rappresentanza storica come SNA potrebbe essere potenzialmente “devastante” per la controparte rappresentata dalle Compagnie. Da qui le nostre critiche a ciò che potrebbe essere e che invece obiettivamente non è (forse per colpe non del tutto proprie del Sindacato stesso). Cordiali saluti”
Giusto per fare chiarezza: non v’è alcuna forma di preconcetto da parte nostra nei confronti di nessuno (a parte le Compagnie, a dir la verità !) e tantomeno nei confronti del Sindacato Nazionale Agenti, anzi, l’attuale Presidente a nostro modesto avviso, è senza alcun dubbio il migliore che lo SNA abbia mai avuto nel più recente passato.
Rimangono e permangono tuttavia molte lacune e scelte discutibili, d’altronde l’esigenza di costituire comitati di “proselitismo” (modello testimoni di Geova !) la dice lunga sulla difficoltà di acquisire iscritti. Non riuscire da ben cinque lustri ad indurre l’ANIA a rinnovare l’Accordo Nazionale che dovrebbe essere la missione principe del Sindacato, non è un dettaglio. Fare “orecchio da mercante” a fronte di gravissime situazioni loro segnalate ai danni degli agenti, è uno stato d’inerzia inquietante sul piano della tutela dei diritti degli agenti. Nel mezzo, va riconosciuta un’ottima campagna autoreferenziale grazie al buon impiego degli odierni canali di comunicazione con i quali si nascondono le carenze.
Se vogliamo dirla tutta, le varie rappresentanze dei gruppi agenti, con in testa i loro presidenti, non contribuiscono affatto a dare il giusto apporto allo SNA. Sono sempre succubi e condizionati dalle Compagnie e spesso remano contro lo stesso Sindacato Nazionale che, dal canto suo, non ha comunque la forza per fare da collante.
I gruppi agenti dovrebbero modificare i loro statuti e prevedere la possibilità di nominare un Presidente che non sia un agente, magari professionisti terzi non condizionabili e/o ricattabili in grado di confrontarsi senza soggezione con la mandante. Il direttivo tutto ne trarrebbe vantaggio ed avrebbe meno remore ad operare. Si potrebbe (ri)partire da quest’idea innovativa, forse fin troppo per i vari gruppi aziendali…si rischierebbe seriamente di farsi valere al cospetto delle mandanti.