Revoche per giusta causa di Reale Mutua, il modus operandi – 1ª parte
L’estate scorsa abbiamo assistito in quel di Terracina (LT), un agente della Società Reale Mutua di Assicurazioni dalla storica tradizione familiare. Il mandato riviene infatti da un agente in quiescenza che nel 2008 trova continuità grazie alla società costituita dalle figlie di quest’ultimo. Nei primi anni di gestione della neofita società, la Compagnia si è resa protagonista di un massiccio storno di portafoglio Rca che, tra l’altro, si è rovinosamente sovrapposto agli effetti del Decreto Bersani.
Come se non bastasse, la ciclica modifica in peius delle tariffe applicate da Reale Mutua non ha agevolato nel tempo la compensazione delle perdite mediante l’assunzione di adeguata produzione, portando addirittura l’agenzia di Terracina a perdere ben quattro subagenti tutti passati alla concorrenza.
Nonostante ciò, il piano di “rivalsa portafoglio” addebitato da Reale Mutua è rimasto invariato nel suo (cospicuo) importo originario. Come da consolidata giurisprudenza, l’istituto della rivalsa ex art. 37 ANA, non è elemento immutabile del contratto di agenzia: al contrario, essa deve essere necessariamente suscettibile di revisione allorquando non risulti più congrua rispetto alla redditività del portafoglio gestito/ereditato dall’agente subentrante.
In caso contrario, la rivalsa rischia di tramutarsi in un vero e proprio danno economico per l’agente come del resto accaduto all’intermediario di Terracina che, arrivato ad un certo punto, non è riuscito più a far fronte ai pagamenti.
Dalle più semplici contestazioni verbali rivolte per anni ai responsabili di zona della Compagnia (ispettori commerciali e capo area), a quel punto l’agente è coraggiosamente passato nel 2017 a diverse contestazioni scritte all’indirizzo della mandante, da quest’ultima tutte ignorate e/o rigettate.
Da una problematica che poteva e doveva risolversi agevolmente, Reale Mutua non ha esitato a creare invece il più classico “muro contro muro”, forte del maggior potere contrattuale. Nel clima conflittuale creato e voluto dalla Compagnia, l’intermediario ha ritenuto legittimo acquisire le sovraprovvigioni nel frattempo riconosciute dall’impresa, inviando la prima quindicina di maggio 2018 al netto delle stesse competenze. A sua volta, Reale Mutua ha proceduto con la compensazione sul “conto gestionale” delle sovraprovvigioni con il presunto credito già oggetto di svariate contestazioni da parte dell’agente (rivalsa).
Nelle more, il comportamento di Reale Mutua si è caratterizzato per tutta una serie di attività ritorsive/intimidatorie: convocando dapprima l’agente a Roma “chiedendogli” addirittura di prestare una cauzione suplettiva per garantire il pagamento della rivalsa pena “conseguenze peggiori”, per poi passare ad un’ispezione amministrativa il cui verbale non è stato firmato dall’agente in quanto gli è stato impedito d’inserire nel documento le sue dichiarazioni.
Per inciso, a testimonianza di quanto sia stato scorretto il modus operandi di RMA nel caso di specie, il verbale di verifica ispettiva (per quanto innocuo nei suoi contenuti) non è mai stato notificato all’agente a mezzo posta come prevede l’Accordo Nazionale, ma ciò nonostante il documento è stato trasmesso al Collegio di garanzia dell’IVASS come allegato alla documentazione relativa alla revoca (ved. più avanti delibera IVASS).
L’epilogo della vicenda il 4 luglio 2018, allorquando l’agente si è visto piombare in agenzia gli ispettori della mandante intenti a “sventolargli” in faccia il testo di una revoca per giusta causa. In quella giornata, si è registrato qualcosa di veramente indegno per una storica ed onorata impresa come la Reale Mutua Assicurazioni.
Il termine “sventolare” non è casuale, in quanto gli ispettori di RMA non hanno notificato nulla ma, per l’intera mattinata del 04.07.2018, si sono adoperati nello strenuo tentativo di estorcere le dimissioni dell’agente in cambio della (già pronta ed, appunto, sventolante) revoca per giusta causa.
L’agente non ha ceduto, ma nel primo pomeriggio di quella infausta giornata puntuale è scattata la ritorsione: giungeva infatti la notifica a mezzo PEC della revoca per giusta causa, nel frattempo solo minacciosamente “brandita” dagli ispettori.
Ma non finisce qui.
Subito dopo la PEC, gli ispettori di RMA si sono lasciati andare a delle “proposte indecenti” di “baratto” (ritiriamo la revoca in cambio delle tue dimissioni!). Ogni ulteriore commento risulterebbe superfluo.
Anche in questo caso l’agente non si è fatto intimorire, anzi, ha inoltrato l’ennesima PEC di contestazione all’indirizzo di Reale Mutua, denunciando le minacce ed il tentativo di estorcergli le dimissioni nel frattempo posto in essere dagli ispettori presenti in agenzia.
La comunicazione all’IVASS della revoca per giusta causa a carico dell’agente di Terracina, ha poi azionato il doveroso procedimento disciplinare da parte dell’Istituto di Vigilanza il cui Collegio di Garanzia con delibera n. 3245/II del 06.03.2019 ha disposto all’unanimità la completa archiviazione del procedimento (la delibera IVASS la potete leggere qui Delibera Delibera IVASS 3245 II ). La delibera peraltro rappresenta un importante precedente in favore della bistrattata categoria degli agenti di assicurazione.
Onore e merito alla tenacità ed al coraggio della sig.ra Fabiana Maietti di Terracina, socio accomandatario della Maietti Fabiana Sas, che non si è piegata all’arroganza di questa Compagnia. Per conto della Maietti Fabiana Sas, il nostro studio legale ha notificato una citazione in giudizio nei confronti di RMA con una richiesta risarcitoria di quasi un milione di euro nonché predisposto a suo tempo una denuncia penale per i reati di “minaccia” e “tentata estorsione” a carico degli ispettori e del (mandante) Direttore Generale di RMA.
Ma questa è solo la prima puntata. Grazie alle nostre capacità di “preveggenza”, avevamo (facilmente) previsto il comportamento di codesta Compagnia ed “attrezzato” ed istruito la sig.ra Maietti per quanto sarebbe accaduto. Stay tuned.